Prova ad ascoltare come il lato destro e quello sinistro del tuo corpo sono esposto a paesaggi sonori differenti. Da un lato la valle si apre, i suoni ti raggiungono da lontano e sono in prevalenza prodotti da esseri umani (motori di auto, macchinari, voci). Dall’altro lato, sei più vicino alla foresta e ai suoi abitanti non umani.
La vegetazione - la sua presenza o assenza e i modi in cui è distribuita sia ai lati del sentiero che a volte anche sopra la tua testa - è come una sorta di muro con delle finestre che lasciano entrare, filtrano o bloccano il suono.
Le caratteristiche e la distribuzione di questi ostacoli organici e intermittenti creano un disegno ritmico lento ed irregolare, che emerge man mano che cammini.
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Raccogli da terra un piccolo oggetto (ad esempio un legnetto, una pietra, una castagna o una foglia) e avvicinalo il più possibile all’orecchio che ti sembra sia meno esposto al suono.
Nota come la sola vicinanza di un oggetto al condotto uditivo produce una lieve amplificazione del suono.
Strofina leggermente questo materiale con le dita e cerca di bilanciare il livello del suono che arriva alle tue due orecchie.
Senza sfregarlo, avvicina e allontana l’oggetto che hai scelto dall’orecchio, molto lentamente. Fai caso a come questo semplice filtro acustico modifichi il timbro dei suoni, riflettendoli prima che scivolino dentro l’orecchio.
Rimetti a terra questo oggetto e, mentri cammini, pensa alle tue orecchie come a due oggetti di carne e cartilagine che filtrano costantemente il suono prima che ti raggiunga.
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L’udito è la capacità di rilevare piccolissime variazioni della pressione atmosferica.
Quando respiriamo, da una parte produciamo un suono che può essere udito dagli altri, dall’altra moduliamo il nostro modo di ascoltare; inspirazione ed espirazione modificano la pressione dell’aria nelle cavità interne della testa (bocca, naso e orecchie, che sono tutte collegate). Respirando, creiamo anche dei sottili movimenti d’aria intorno a noi che influenzano, seppur minimamente, il nostro modo di sentire.
Mentre cammini, pensa al tuo respiro, al vento e ai suoni come ad una coreografia invisibile dell’aria, che é possibile apprezzare attraverso l’ascolto.
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Mentre cammini, prova ad individuare con lo sguardo la fonte sonora di un suono abbastanza continuo, ad esempio un uccello che canta su un albero o un ruscello.
Quando ti allontani da questa fonte acustica, continua ad ascoltare.
Nota come le tue orecchie continuino a sentirne il suono anche quando non è più presente alla tua vista.
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Sposta l’attenzione dagli eventi acustici di breve durata (ad esempio il suono dei tuoi passi, della punta del bastone che colpisce il terreno o degli aerei) e rivolgila verso quelli che sono già presenti prima del tuo passaggio (ad esempio lo sciabordio di un corso d’acqua, il rombo distante del traffico, i motivi ripetitivi delle cicale o la pioggia).
Pensa a questi suoni come composti da una moltitudine indistinta di eventi acustici di breve durata.